L’odontoiatria, come tutta la medicina in generale, utilizza termini che spesso, oltre ad essere difficili da comprendere, sono impronunciabili. Abbiamo perciò pensato di offrirvi un modo per poter individuare le informazioni che cercate mediante l'elenco di domande seguenti che di frequente ci vengono poste e che rendono più accessibili le tematiche odontoiatriche.
Perciò non vi resta che trovare la domanda che più si avvicina al vostro interesse e cliccarvi sopra: in questo modo raggiungerete la pagina in cui troverete tutte le risposte.
COME SI PUÒ PREVENIRE LA CARIE DEI BAMBINI?
SIGILLATURE
Intorno ai 5-6 anni erompono in arcata i primi denti molari.
PERMANENTI.
Le superfici masticatorie dei molari hanno profondi solchi al cui interno la placca batterica può infiltrarsi e rimanere intrappolata, caratteristica anatomica che fa risultare queste aree fortemente esposte al rischio di carie, nonostante una corretta igiene orale. La sigillatura viene eseguita mediante l’applicazione di una resina fluida sui solchi e successivamente fatta indurire mediante lampada a raggi ultravioletti.
Una volta applicato, il sigillante impedisce alla placca batterica di penetrare dentro.
La sigillatura è una pratica assolutamente indolore ma richiede la più attenta collaborazione del bambino, per consentirne una corretta esecuzione e successiva funzione.
FLUOROPROFILASSI
Il Fluoro, minerale presente in natura, è direttamente coinvolto nella mineralizzazione dello smalto: i dati scientifici di cui disponiamo confermano l’osservazione già nota da anni per cui l’incidenza di carie in popolazioni che utilizzano acqua ricca in fluoro è minore rispetto a chi utilizza acque che ne sono carenti. Oltre al fluoro assumibile per bocca, e quello presente nei dentifrici, esiste una forma di fluoro in gel che è possibile applicare con cadenza semestrale presso lo studio; esso garantisce una protezione più a lungo termine.
L’applicazione topica di fluoro è anche consigliata in età adulta per favorire la rimineralizzazione di zone demineralizzate dei denti (attacco da parte di bevande o cibi acidi) e per problemi di sensibilità.
È VERO CHE L’AMALGAMA D’ARGENTO È TOSSICA?
È opportuno ricordare che l’amalgama d’argento non è tossica, perché non è mai stato ufficialmente dimostrato da indagini convincenti di letteratura scientifica internazionale (sebbene sostenuto da naturopati e sedicenti esperti di odontoiatria "naturale"). Non è corretto rimuovere vecchie otturazioni in amalgama d’argento spinti dal timore di avere un pericolo incombente nel cavo orale: al limite si possono sostituire per motivi estetici o perché non più congrue in quanto infiltrate da lesioni cariose secondarie.
BISOGNA TOGLIERE I DENTI DEL GIUDIZIO?
In alcuni casi i denti del giudizio vanno estratti. Non è corretto pensare che vadano estratti solo quando dolenti; anzi, nella maggior parte dei casi viene posta indicazione all’estrazione quando essi sono asintomatici e rappresentano un potenziale problema in futuro: per esempio se cariati, se malposti, se in rapporto con la gengiva adiacente tale da comprometterne (in termini di sanguinamento e di infiammazione) la salute. Sarà compito del clinico valutare le eventuali indicazioni alla terapia estrattiva. Ad esempio una loro malposizione dentro l’osso può provocare quel quadro clinico denominato disodontiasi, caratterizzato da forte dolore irradiato all’angolo della mandibola o alla testa, tumefazione, e trisma (difficoltà nell’aprire la bocca). Nei denti del giudizio a rischio è consigliata pertanto l’estrazione preventiva.
AVRÒ DOLORE DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO?
Terminato l’effetto dell’anestesia è possibile lamentare dolore nella zona su cui è stato eseguito l’intervento (estrazione, impianto o altro intervento di chirurgia odontostomatologica).
A questo proposito consigliamo di attenersi scrupolosamente alla terapia analgesica ed eventualmente antibiotica consigliata e prescritta subito dopo l’intervento.
Occorreranno due settimane circa prima che si verifichi la guarigione delle mucose e quattro mesi quella dell’osso.
La sutura sarà rimossa dopo 7 – 15 giorni (a seconda del tipo di intervento e di sutura applicata).
OGNI QUANTO BISOGNA SOTTOPORSI A SEDUTE DI IGIENE?
La seduta di igiene professionale rappresenta il trattamento preventivo di base per le malattie gengivali e parodontali e deve essere eseguita con una determinata e personalizzata periodicità. Essa comprende la detratrasi, lo scaling, la lucidatura dentaria e la motivazione ad una corretta igiene orale. La detartrasi consiste nella rimozione del tartaro sopragengivale mediante un apparecchio ad ultrasuoni e con strumentazione manuale mediante uno strumento detto scaler: in tal caso si parla di "scaling". Le due tecniche vengono associate per permettere la rimozione dei depositi di tartaro sottogengivale, causa primaria dell'insorgenza della parodontite. La periodicità varia da caso a caso, in funzione della presenza di fattori di rischio, protesi, abitudini personali, qualità dell'igiene domiciliare. Sarà compito dell'odontoiatra valutare la frequenza dei controlli a cui sottoporsi per mantenere un grado di salute orale ottimale.
CHE COS’È LA PARODONTITE?
La malattia parodontale o parodontite (denominata in passato anche piorrea) è un’affezione batterica che colpisce queste strutture e rappresenta la principale causa di perdita dei denti. In presenza di depositi di tartaro subgengivale, i batteri trovano un ambiente favorevole; la rimozione del tartaro rappresenta la terapia di base (terapia causale) per questa patologia. Il tartaro si forma per mineralizzazione della PLACCA DENTARIA, che è quello strato che si forma sulle pareti dentarie dopo aver consumato i pasti; in sostanza la placca è un aggregato di residui alimentari, proteine salivari e batteri, di colore giallo-biancastro, e di consistenza molliccia e appiccicosa.
HO I COLLETTI SCOPERTI E/O SENSIBILI: C’È IL MODO PER RICOPRIRLI?
La recessione gengivale consiste nello spostamento del margine gengivale verso la radice, con il risultato di lasciarla scoperta. Essa è una condizione piuttosto frequente. Questo fenomeno in alcuni casi è associato a sensibilità (caldo, freddo, dolce, salato) e può peggiorare se non si modifica la tecnica di spazzolamento, che, insieme alla predisposizione familiare, ne è la causa principale. Spesso la recessione è accompagnata dalla perdita del tessuto gengivale più spesso e consistente (Gengiva cheratinizzata) che la rappresenta. Esistono diversi tipi di interventi conducibili al ripristino del livello di attacco gengivale al dente che si evidenzia come ricopertura della radice, a seconda della situazione individuale.
POSSO METTERE UN IMPIANTO SE MANCA L’OSSO?
Qualora la base ossea su cui si decide di incorporare gli impianti sia atrofica, è possibile utilizzare biomateriali per la rigenerazione guidata dei tessuti ossei mediante tecniche di innesto differenti.
È opportuno precisare che la prognosi implantare è migliore quanto minore è il ricorso a tecniche rigenerative. In ogni caso prima di procedere all’intervento saranno eseguite tutte le valutazioni necessarie al fine di poter stabilire una predicibilità di successo.
GLI IMPIANTI DURANO A LUNGO?
Non è possibile prevedere la durata degli impianti, in quanto limitata da numerosi fattori:
- condizioni di igiene orale incongrua e/o concomitante parodontite non curata;
- fumo > 10 sigarette al giorno;
- diabete scompensato;
- mancata sottoposizione a sedute di igiene professionale e controlli periodici;
- ridotto supporto osseo.
Qualità degli impianti
- In assenza dei sopracitati fattori di rischio, la Letteratura Scientifica Internazionale documenta un successo implantare pari al 90% dopo 10 anni.
DEVO METTERE PER FORZA L’APPARECCHIO FISSO O BASTA QUELLO MOBILE?
Capire le cause per cui i denti sono storti o le basi ossee non sono correttamente rapportate tra loro è di fondamentale importanza per poter valutare con la massima precisione l’opportunità e la tempistica dell’intervento.
Per decidere se il problema andrà risolto con un trattamento precoce o tardivo, mediante apparecchiatura mobile funzionalizzante oppure mediante apparecchio fisso, e in quanto tempo, occorrerà effettuare un approfondito “Studio del caso”, che consiste nell’analisi clinica, analisi dei modelli, analisi delle radiografie sulle quali viene eseguito uno studio cefalometrico.
NOTO CHE I MUSCOLI DELLE GUANCE SONO PIUTTOSTO INDOLENZITI AL RISVEGLIO
Spesso quando abbiamo un sovraccarico funzionale dell' articolazione temporomandibolare possono instaurarsi sintomi quali cefalea, dolori cervicali, dolori vicino all’orecchio, affaticamento dei muscoli masticatori durante la masticazione di cibi impegnativi, sensazione di dolenzia delle guance al risveglio. Le parafunzioni sono rappresentate dal bruxismo (cioè digrignare durante la notte i denti) e dal serramento (stringere con forza eccessiva i denti non solo durante la notte ma anche durante il giorno). Generalmente il paziente non se ne accorge da solo: il più delle volte viene fatto notare dalle persone che gli/le stanno vicino, o lo nota il dentista curante andando ad evidenziare un eccessiva massa muscolare dei muscoli masticatori, oppure segni di abrasione dentaria.
L’APPARECCHIO FA CARIARE I DENTI?
È opinione comune che portare l’apparecchio faccia cariare i denti.
Questo è vero solo se non vengono osservate con scrupolo le normali regole della corretta igiene orale.
Sicuramente le manovre di igiene saranno un po’ più difficoltose, e dovranno essere effettuate ancora più scrupolosamente del solito. In genere, quasi in contemporanea all’applicazione dell’apparecchio, viene eseguita una seduta di igiene professionale, accompagnata da esaurienti spiegazioni e consigli su come fare per agevolare le manovre di igiene domiciliare.
SONO IN GRAVIDANZA: C’È QUALCOSA DA FARE ?
Durante la gravidanza è necessario sottoporsi ad almeno una seduta di igiene, da eseguirsi preferibilmente nel II trimestre di gravidanza. L’invito a tutte le donne in età fertile è quello di effettuare un corretto programma di prevenzione volto ad evitare di affrontare situazioni di urgenza durante i nove mesi di gravidanza . Consigliamo infatti, in previsione di una gravidanza, di sottoporsi ad un controllo odontostomatologico che ci permetta di riconoscere e curare tutte quelle situazioni a rischio, la cui evoluzione potrebbe richiedere un intervento in urgenza, con tutti i limiti relativi all’esecuzione dell’anestesia e di eventuali radiografie. Ad esempio è consigliato curare i denti recuperabili ed estrarre quelli non più recuperabili; quest’ultima evenienza è rivolta in particolare ai denti del giudizio a rischio.
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